La rete può lasciare un segno indelebile, usiamolo

Nell'ambito dell'evento L'amore non ha LIVIDI si sono intrecciati diversi incontri sul tema della violenza contro le donne.
Ma la violenza non ha una sola sfaccettatura, una sola causa o una sola motivazione. Intorno al fenomeno della violenza ruotano molti dei drammi giovanili legati al mondo digitale.
I punti di contatto sono riconducibili al fenomeno dello Stalking, del Sexting e del Cyber Bullismo.


Tra le varie sessioni, quella che abbiamo seguito da vicino è stata:
#UNDER18. La violenza contro le donne nella percezione giovanile. 

Si è parlato del ruolo della scuola nell'educazione al rispetto dell’altro e dell’altra. Di lavoro in rete e di rete: grazie alle testimonianze degli addetti ai lavori presenti che hanno ben analizzato le implicazioni e le criticità.
Attraverso l'analisi delle strutture pubbliche e private che offrono servizi di supporto alle donne vittime di violenza 
Come anticipato i fenomeni di Cyberbullismo, social stalking, sexting, espressione più drammatica del web che ancora una volta sfocia nella violenza contro le donne ma non solo. 
E i giovani come vedono la violenza contro le donne. Quale percezione?

Un filo conduttore tra la rete e la realtà. Come interpretare i segnali, come prevenire e come difendersi.

In un tavolo di relatori davvero ricco con il giornalista RAI Roberto Amen a fare da moderatore, si sono alternati gli interventi e le testimonianze dell'On. ROSANNA SCOPELLITI, che ha sottolineato l'attenzione della classe politica.

TERRY BRUNO, Psicologa, Psicoterapeuta, trainer in comunicazione e PNL, Presidente EARTH che ha portato la sua esperienza sul campo in merito alla visione della violenza da parte di chi la subisce.

MARIA TERESA BELLUCCI, Presidente Nazionale Modavi Onlus. Forte della sua esperienza sociale ha ribadito con forza la necessità di una maggiore impegno politico nel destinare fondi all'istruzione e all'educazione, una maggiore attenzione alla scelta della classe insegnati. Ha illustrato gli esiti di un questionario dal quale sono emersi risultati inquietanti di come i ragazzi vedano e interpretino la violenza sulle donne.

PATRIZIA CAIRA, Insegnante che ha messo in risalto come la scuola da sola non basti  ma è la famiglia che deve e può fare di più.

Senza dubbio, l'intervento che più ha centrato le vere priorità su cui investire, in particolare perché la violenza sulle donne non è un fenomeno da considerare separatamente dagli altri fenomeni allarmanti diffusi in rete, è quello della D.ssa Simona Petrozzi di Siro Consulting.

Imprenditrice impegnata nel modo della WebReputation e del CyberBullismo, nel suo intervento ha messo in risalto l'importanza del ruolo formativo ed educativo della famiglia digitale che deve colmare il gap generazionale, interessandosi e in sinergia con la scuola, avvicinandosi al digitale inteso come conoscenza di social, web, app e giochi. Non possono più esistere genitori che rifiutano tutto ciò per paura di non sapere o per paura di non voler sapere, ignorando cosa fanno i ragazzi in rete.

Oggi i nostri figli vivono in modo più o meno intenso i loro tempo fatto di Smartphone e non si può chiudere gli occhi davanti a tutto questo.
I percorsi formativi messi in campo da Siro Consulting per la scuola primaria e secondaria e tutti gli altri progetti educativi, hanno bisogno di attenzione e promozione, non si può più attendere.

Tesi avvalorata dalla D.ssa Elisa Marcheselli psicoterapeuta attiva con l'Associazione "Era - Connessi contro la violenza" sulle tematiche della violenza e del Cyberbullismo, grazie anche all'esperienza del Progetto #tiascolto, lo “sportello amico” del gruppo psicologi di Confcommercio Arezzo, rivolto ai giovani in difficoltà e patrocinato dal Comune di Arezzo.

Se fino ad oggi abbiamo quasi sempre letto di una RETE che viene utilizzata impropriamente, per gioco o per cattiveria lasciando un segno indelebile con un prezzo altissimo da pagare, noi ribadiamo il concetto che conoscendola possiamo leggere i segni che i nostri figli lasciano ogni giorno attraverso i video che guardano, i like che lasciano, i post che pubblicano o i messaggi che si scambiano, e imparare come aiutarli a correggere gli errori.