Sei buone riflessioni su Facebook

SEI MOTIVI PER RIFLETTERE PRIMA DI ISCRIVERSI A FACEBOOK
1.Le aziende private non fanno i vostri interessi
Facebook e Google sono società nate per fare soldi dando la possibilità agli inserzionisti di sapere con precisione cosa vi piace e cosa no, accedendo ai vostri like, interessi, fotografie e connessioni sociali.. La privacy di Facebook in inglese è passata dalle 1.004 parole del 2005 alle 5.830 di oggi (come fa notare il New York Times, la Costituzione americana ne ha 4.543).
2.Internet non dimentica
«Quando si è giovani, si fanno errori e parecchie cose stupide» ha detto Obama agli studenti di un liceo in Virginia. «State attenti a cosa pubblicate su 
Facebook, perché nell’era di YouTube qualsiasi cosa farete potrà essere tirata fuori in futuro».
3.Le informazioni che date per qualcosa, verranno usate anche per qualcos’altro…
I database con le nostre informazioni si stanno intersecando sempre di più.  Già il 35 per cento delle aziende rifiutano i candidati per le informazioni che trovano sui social network.
4. …e c’è la buona possibilità che vengano usate contro di voi
Mark 
Zuckerberg direbbe che, in un mondo più trasparente, «tu hai una sola identità, e stanno per finire i giorni in cui avrai maschere differenti per i tuoi colleghi e per le altre persone che conosci».  Ma questo è solo un lato della medaglia: un ex partner vendicatore (o vendicatrice), un collega rivale o un avversario politico potrebbero selezionare le vostre informazioni per danneggiarvi, modellando così la vostra identità in maniera disonesta.
5.Poi facciamo casino, e diamo più informazioni di quel che vorremmo
È molto semplice, spesso ci si può sbagliare e pubblicare qualcosa di privato senza accorgersene.

6.E oltre tutto, perché vendere a un’azienda le proprie conversazioni?
Un giorno leggerete quelle 5.830 parole e vi accorgerete che 
Facebook detiene il diritto di fare più o meno ciò che vuole con i vostri dati, compreso venderli a chiunque paghi abbastanza. Sì Facebook è gratis, ma con oltre un  miliardo di utenti che lo usano è ora di chiedersi quanto stia facendo bene o male alla società.