Il pregiudizio spesso condiziona i nostri pensieri e ci fa considerare internet e l'uso errato dei computer e telefonini qualcosa di nocivo, da proibire a priori.
Dobbiamo tener conto che i ragazzi di oggi stanno al mondo in un altra maniera, non perché sono adolescenti, ma perché hanno un modo di parlare, di leggere e di agire che rivela una modalità diversa di apprendere e che non può essere considerato patologico solo perché è incomprensibile.
Per questo motivo bisogna avere una visione obiettiva di come l'era digitale ha cambiato la mente dei nostri figli, ma soprattutto di come ha modificato la natura della relazione con loro, ridisegnando i concetti di distanza e vicinanza, e di conseguenza di quanto il nostro bisogno di trattenerli, mascherato da amore speciale, spesso invada quello spazio vitale necessario a ciascuno per crescere.
Essere genitore oggi comporta una assunzione di responsabilità molto impegnativa: i giovani hanno diritto alla nostra fiducia, che però non va confusa con la mancanza di partecipazione o il disorientamento di fronte a comportamenti che non riusciamo a comprendere.