Uomini che postano foto di donne ed ex e invitano la community a insultarle.
E' lo "stupro virtuale" l'ultima frontiera della violenza sul web: gruppi chiusi dei vari social network su cui uomini, giovani e adulti, postano foto innocenti, con tanto di nome, di una donna, spesso di una ex, e invitano gli altri membri della community a bersagliarla di offese, insulti e umiliazioni in quello che diventa un vero e proprio "delirio diffamatorio".
A lanciare l'allarme, parlando di "drammatico sviluppo" del fenomeno, e' stato Roberto Sgalla, direttore centrale della Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e per i Reparti speciali della Polizia di Stato, intervenuto alla conferenza internazionale sulla violenza contro le donne fondata sull'onore.
Ha spiegato Sgalla: "Accanto ai reati fisici esiste da tempo una nuova tipologia di reati commessi attraverso gli strumenti informatici. In particolare, tra adulti ma anche tra minori e' sempre più frequente lo scambio di materiale che riguarda la vita intima e sessuale: il tutto si basa sul consenso reciproco, ma il problema e' che questo materiale resta su supporti informatici, e' difficile se non impossibile da rimuovere, sfugge alla disponibilità dei singoli. Quando una relazione finisce, può capitare che la vendetta di chi si sente abbandonato preveda proprio la diffusione di certi video e di certe immagini, che finiscono con il diventare virali provocando reazioni drammatiche, nei casi estremi persino il suicidio, delle vittime. Ennesima dimostrazione del fatto che la rete rappresenta una grande opportunità, ma pò' essere anche palestra di nefandezze e di comportamenti criminali".
Violenza fondata sull'onore: cos'è
Contrastare un fenomeno sottaciuto, ma ancora molto frequente, definito "violenza fondata sull'onore", ovvero l'insieme di pratiche impiegate per controllare il comportamento, quasi sempre di donne, ed esercitare un potere, entro le famiglie e le comunità, allo scopo di proteggerne i valori educativi, culturali e religiosi, è l'obiettivo del Progetto "Hasp - Honour ambassadors against shame practices", finanziato dall'Ue nel quadro del programma Daphne III e coordinato dalla Facolta' di Medicina e Psicologia della "Sapienza" di Roma.
La "violenza fondata sull'onore" scatta quando l'autore considera che un individuo, di solito una donna, ha portato vergogna alla famiglia o alla comunità infrangendone le regole sull'onore. Il progetto adotta un approccio di genere e include la prevenzione delle varie pratiche quali il matrimonio forzato, per arrivare ai cosiddetti crimini d'onore, considerando le ampie variazioni assunte dal fenomeno nei Paesi partecipanti. Nell'occasione sono stati presentati cinque rapporti nazionali elaborati sulla base di uno studio sociologico e giuridico e attraverso il confronto diretto con le comunita' maggiormente colpite dal fenomeno, quali le comunità rom, pakistane, bengalesi, maghrebine e sudamericane dei Paesi coinvolti nel progetto.